Nella difesa personale la strada non è il dojo!

Succede quasi sempre!

Normalmente quando una persona entra in una palestra di arti marziali (qualsiasi…) dove si insegna la difesa personale utile contro un cosiddetto “attacco urbano“, (un rapinatore, piuttosto che un potenziale stupratore o uno psicopatico), all’inizio  pensa e crede entusiasticamente di imparare molto in questi corsi.

Purtroppo funziona così:

  1. L’istruttore introduce una o due tecniche di base; come dimostrazione, le fa praticare da una giovane donna (già allieva) che combatte contro un uomo e, meraviglia, lo neutralizza sbattendolo sul tappeto! Nella mente  della nuova frequentatrice questa è la prova “provata” che queste tecniche possono essere realmente efficaci contro un potenziale aggressore. Il fattore “WOW”  – proprio  di un set di Hollywood è appena entrato nella sua mente…
  2. Fa provare anche a lei le tecniche contro un altro allievo della palestra, che ovviamente le asseconda, finendo a sua volta (lui…) al tappeto. Anche se occorrerebbero mesi per perfezionarle.
La palestra non è la strada…

Se un giorno dovesse trovarsi di fronte ad un improvviso aggressore violento, scoprirà molto probabilmente che quelle tecniche che ha diligentemente praticato per molti mesi sono totalmente inefficaci contro questo inatteso attacco urbano.

La difesa personale va oltre una raccolta di tecniche – o almeno – non è solo questo! E’ un sistema e una mentalità insieme: una mentalità che ti dice quando è necessario colpire o quando è meglio allontanarsi.

Non puoi esercitarti o prepararti per un attacco da strada in un Dojo o una palestra, perché non esiste un “tipo specifico” di attaccante di strada.

In diverse città in tutto il mondo ci sono alcune zone e luoghi da evitare, di notte, ma anche di giorno.

Potrai incontrare individui che non hanno scrupoli, a volte ubriachi, spesso sotto l’effetto di droghe. Molto probabilmente non hanno frequentato alcuna palestra, ma sono più bravi di te a “menare le mani” in maniera pesante, efficace e (per te…) distruttiva… la loro palestra è stata – ed è ancora – la strada.

Quindi prendi come oro ciò che predico: evita le aree di conflitto o dove si verificano frequenti risse, litigi ed aggressioni…

Da alcune ricerche recenti effettuate negli Stati Uniti, il 90% del successo della difesa personale è dovuto alla fuga. Solo il 10% richiede una risposta “fisica”, che però bisogna essere in grado di dare…

Quindi la fuga (escape) e la Consapevolezza sono la chiave dell’autodifesa.

Molte persone non vogliono sentirlo; vedono l’autodifesa come dimostrato nei film di Steven Seagal…ed i principi dell’escape e della consapevolezza vengono menzionati molto raramente in molte palestre di arti marziali e/o dove insegnano questi corsi.

La prima risposta che un allievo/allieva riceverà da una “cintura nera” o da “un esperto” quando porrà questa domanda:

“Cosa faccio quando qualche malintenzionato mi afferra per il colletto o la parte superiore del corpo?”

L'”esperto” risponderà:

“Beh, ha già teso il braccio per afferrarti e si sta piegando in avanti, sarebbe l’occasione ideale per eseguire una leva alla spalla, oppure potresti afferrare il suo polso destro con la mano destra, ruotare intorno a lui e bloccargli il braccio “- 

Sicuramente è effetto  “WOW” nel Dojo, ma sarà un terribile fallimento per la strada.

L’autodifesa non è una serie di tiri, chiavi, leve o calci di karate praticati in un’atmosfera amichevole uno a uno in una palestra ben illuminata; non hai qualcuno che appare dall’oscurità, che poi si inchina rispettosamente e ti dice: “Sei pronta?”

Non puoi portare il Dojo sulla strada.

Così come se dovessi salire su un ring per imparare a boxare. Porterai e riceverai alcuni colpi duri, e forse il naso ti sanguinerà di tanto in tanto, ma sapresti esattamente cosa aspettarti durante e dopo l’incontro, perché ci sono regole ed arbitri…

A parte questo, se mi seguirai, ti insegnerò comunque qualche tecnica semplice da applicare, ma efficace affinché tu possa tirarti fuori da qualche situazione scomoda…